Il riutilizzo delle acque reflue in agricoltura sta emergendo come una soluzione chiave per promuovere un’agricoltura sostenibile, riducendo il consumo di acqua dolce e migliorando la fertilità del suolo. Questo approccio è supportato da innovazioni tecnologiche e normative aggiornate, che garantiscono l’uso sicuro ed efficace delle acque reflue trattate.
L’uso delle acque reflue trattate per l’irrigazione offre molteplici benefici.
Per garantire che le acque reflue siano sicure per l’uso in agricoltura, è fondamentale un trattamento avanzato. Tecnologie come la filtrazione, il trattamento biologico e la disinfezione sono essenziali per rimuovere contaminanti e patogeni, rendendo l’acqua adatta all’irrigazione. Queste tecnologie possono essere adattate a diversi contesti, rendendo possibile il riutilizzo delle acque reflue in aziende agricole di varie dimensioni.
Oltre all’irrigazione, le acque reflue trattate possono essere impiegate in applicazioni innovative.
In Italia, il riutilizzo delle acque reflue in agricoltura è regolamentato da normative specifiche. Il decreto del Ministro dell’Ambiente n. 185 del 12 giugno 2003 e il Regolamento UE n. 2020/741 del 25 maggio 2020 stabiliscono gli standard minimi per l’uso delle acque reflue a scopi agricoli. Recentemente, il decreto legge n. 39 del 14 aprile 2023 (così come anche il cosiddetto Decreto Siccità) ha introdotto un regime semplificato per l’autorizzazione dell’uso delle acque reflue depurate in agricoltura, favorendo una maggiore diffusione di questa pratica.
Il riutilizzo delle acque reflue in agricoltura rappresenta una strategia vincente per migliorare la sostenibilità del settore agricolo. Grazie a tecnologie avanzate e a normative aggiornate, l’acqua reflua trattata può diventare una risorsa preziosa, contribuendo alla conservazione delle risorse idriche e alla riduzione dell’impatto ambientale. L’adozione diffusa di queste pratiche può rappresentare un passo decisivo verso un’agricoltura più sostenibile e resiliente.
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