Lo smaltimento dei fanghi provenienti dagli impianti di depurazione rappresenta oggi una sfida crescente: trovare siti di deposito è sempre più difficile e costoso, mentre l’utilizzo in agricoltura è diventato spesso impraticabile, se non proibito.
Per affrontare il problema, i trattamenti disponibili sono tre:
Esiste infine la possibilità, poco diffusa, di incenerire i fanghi miscelandoli con RSU (rifiuti solidi urbani).
Negli anni ’80 e ’90 si ricorreva esclusivamente a essiccatori a letto fluido o a tamburo, con riscaldamento diretto o indiretto fino a 200–300°C, o con sistemi pirolitici. Negli ultimi anni, però, si sono affermati impianti a bassa temperatura (50–80°C), molto più efficienti dal punto di vista energetico.
Il principio di funzionamento è semplice: un flusso d’aria secca attraversa il fango e lo disidrata fino al raggiungimento della saturazione.
I moderni essiccatori modulari sono costituiti da nastri in acciaio inox sovrapposti, attraversati da aria calda (50–80°C). Il fango disidratato, pre-pellettizzato con estrusori, viene distribuito in strati sottili.
L’aria calda può essere generata da:
Nel caso di impianti a ricircolo chiuso, l’aria viene continuamente riutilizzata. Questo evita emissioni in atmosfera e rende il sistema esente da autorizzazioni ambientali aggiuntive.
Il ciclo avviene così:
1. L’aria calda estrae l’umidità dal fango;
2. Viene inviata a un condensatore che separa l’acqua sotto forma di condensato;
3. L’aria asciutta viene riscaldata e reimmessa nel sistema.
Il risultato? Zero emissioni, nessun odore, nessuna polvere verso una transizione energetica.
Misurando la quantità d’acqua condensata, si ottiene una stima precisa della riduzione del peso del fango. In molti casi si arriva a una diminuzione del 70%, con vantaggi tangibili su:
Il fango essiccato viene estratto sotto forma di granuli a bassa densità (circa 85% di secco) tramite una coclea in appositi container. Il materiale è:
L’intero impianto è realizzato in inox-alluminio, resistente all’usura, e viene gestito in automatico tramite PLC a distanza, garantendo affidabilità e semplicità operativa.
Rispetto agli essiccatori tradizionali, i nuovi sistemi sono:
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