trattamento delle acque reflue in cantina guida per aziende vitivinicole

La produzione di vino è il cuore pulsante dell’agroalimentare italiano. Ma dietro ogni bottiglia si nasconde una sfida tecnica cruciale: la gestione delle acque reflue di cantina. Se operi nel settore vitivinicolo, sai quanto sia importante affrontare questo tema con competenza, visione e soluzioni su misura.

Reflui enologici: un problema stagionale, ma strategico

Durante la vendemmia, tra settembre e novembre, le cantine generano la maggior parte dei reflui dell’anno. Si tratta di acque di lavaggio provenienti da tini, pavimenti, impianti e attrezzature, con carichi organici elevati e variabili. Da dicembre a marzo, durante i travasi, i volumi si riducono. Nei mesi di imbottigliamento (aprile–agosto), gli scarichi quasi scompaiono. In media, il 70% dei reflui annuali si concentra tra vendemmia e travasi.

Per ogni 20 quintali di uva lavorata si produce circa 1 m³ di refluo. Le piccole cantine, inoltre, consumano più acqua per quintale rispetto alle grandi. Questo dato è fondamentale per progettare impianti di trattamento efficienti e scalabili.

Cosa contengono le acque reflue delle cantine

Le acque di scarico enologiche non sono tossiche, ma presentano un’elevata carica organica:

  • Zuccheri, acidi organici, residui di lavorazione
  • Fenoli e solfiti (dal vino e dalle fecce)
  • Tensioattivi e soda caustica (usati per la sanificazione)

Il rapporto BOD₅/COD varia tra 0,4 e 0,7: segno di buona biodegradabilità. Durante la vendemmia, il COD può superare i 20.000 mg/L; nei periodi di bassa attività scende sotto i 1.000 mg/L. Questi reflui sono poveri di azoto e fosforo, elementi che spesso vanno integrati per garantire l’efficienza biologica del trattamento.

Come trattare le acque reflue enologiche

Un impianto di depurazione di acque reflue efficace combina fasi fisiche e biologiche:

  1. Grigliatura fine – rimozione di bucce e vinaccioli (anche questi costituiscono un potenziale)
  2. Vasca di bilanciamento e pre-aerazione – omogeneizzazione e stabilizzazione dei carichi
  3. Trattamento biologico a fanghi attivi – basso carico, riduzione odori e fango
  4. Reattore SBR – flessibilità nei cicli biologici, ideale per carichi variabili
  5. Fitodepurazione a flusso sommerso orizzontale – rifinitura finale, perfetta per scarichi in acque superficiali o riutilizzo agronomico

Ogni cantina è unica: serve un impianto su misura

Non esistono soluzioni standard. Il tuo impianto di depurazione deve essere personalizzato e progettato in base a:

  • Volumi d’acqua utilizzati
  • Calendario di lavorazione
  • Tipologia di vino prodotto
  • Condizioni ambientali e normative locali

Come un abito sartoriale, il sistema di trattamento deve adattarsi perfettamente alle tue esigenze produttive, garantendo sostenibilità, efficienza e conformità ambientale.

Dal refluo alla risorsa: l’economia circolare in cantina

Grazie alle tecnologie moderne, le acque reflue non sono più un problema, ma un’opportunità:

  • L’acqua trattata può essere riutilizzata per irrigazione
  • I fanghi stabilizzati possono diventare ammendanti agricoli
  • I residui organici possono essere avviati a digestione anaerobica per produrre biogas

La gestione intelligente delle acque reflue in cantina non è solo un obbligo normativo, ma un’opportunità per innovare e rendere la viticoltura più sostenibile. Investire in impianti di trattamento efficaci e personalizzati significa proteggere l’ambiente, ridurre i costi e valorizzare le risorse.

Parlaci del tuo processo produttivo: ti aiutiamo a valorizzare le acque reflue con impianti efficienti, scalabili e in linea con l’economia circolare.

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