fanghi industriali essicamento

Lo smaltimento dei fanghi provenienti dagli impianti di depurazione rappresenta oggi una sfida crescente: trovare siti di deposito è sempre più difficile e costoso, mentre l’utilizzo in agricoltura è diventato spesso impraticabile, se non proibito.

Per affrontare il problema, i trattamenti disponibili sono tre:

  • Ispessimento, che consente di raggiungere un tenore di secco del 2–10%;
  • Disidratazione, tramite tecnologie come filtri pressa a piastre o nastro pressa, decanter e compattatori a coclea, che spingono il tenore di secco fino al 25–35%;
  • Essiccamento termico, che rimuove quasi tutta l’acqua residua, raggiungendo valori di secco fino al 90%.

Esiste infine la possibilità, poco diffusa, di incenerire i fanghi miscelandoli con RSU (rifiuti solidi urbani).

Evoluzione tecnologica: dai processi ad alta temperatura ai sistemi a bassa energia

Negli anni ’80 e ’90 si ricorreva esclusivamente a essiccatori a letto fluido o a tamburo, con riscaldamento diretto o indiretto fino a 200–300°C, o con sistemi pirolitici. Negli ultimi anni, però, si sono affermati impianti a bassa temperatura (50–80°C), molto più efficienti dal punto di vista energetico.

Il principio di funzionamento è semplice: un flusso d’aria secca attraversa il fango e lo disidrata fino al raggiungimento della saturazione.

Funzionamento degli essiccatori per fanghi a ciclo chiuso

I moderni essiccatori modulari sono costituiti da nastri in acciaio inox sovrapposti, attraversati da aria calda (50–80°C). Il fango disidratato, pre-pellettizzato con estrusori, viene distribuito in strati sottili.

L’aria calda può essere generata da:

  • scambiatori di calore che recuperano energia da fluidi caldi esistenti nell’impianto;
  • oppure da pompe di calore a CO₂ in ciclo transcritico.

Nel caso di impianti a ricircolo chiuso, l’aria viene continuamente riutilizzata. Questo evita emissioni in atmosfera e rende il sistema esente da autorizzazioni ambientali aggiuntive.

Il ciclo avviene così:

1. L’aria calda estrae l’umidità dal fango;
2. Viene inviata a un condensatore che separa l’acqua sotto forma di condensato;
3. L’aria asciutta viene riscaldata e reimmessa nel sistema.

Il risultato? Zero emissioni, nessun odore, nessuna polvere verso una transizione energetica.

Benefici economici e ambientali

Misurando la quantità d’acqua condensata, si ottiene una stima precisa della riduzione del peso del fango. In molti casi si arriva a una diminuzione del 70%, con vantaggi tangibili su:

  • costi di trasporto;
  • spese di smaltimento;
  • oneri gestionali.

Caratteristiche del prodotto essiccato e dell’impianto

Il fango essiccato viene estratto sotto forma di granuli a bassa densità (circa 85% di secco) tramite una coclea in appositi container. Il materiale è:

L’intero impianto è realizzato in inox-alluminio, resistente all’usura, e viene gestito in automatico tramite PLC a distanza, garantendo affidabilità e semplicità operativa.

In sintesi

Rispetto agli essiccatori tradizionali, i nuovi sistemi sono:

  • economici: consumi ridotti e meno costi di gestione;
  • puliti: senza emissioni o cattivi odori;
  • affidabili: funzionamento automatico e continuo;
  • facili da gestire: manutenzione ridotta e controllo remoto.
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